mercoledì 18 luglio 2012

"Fuga" in Florida

" Ogni volta che m'accorgo di atteggiare le labbra al torvo, ogni volta che nell'anima mi scende come un novembre umido e piovigginoso, ogni volta che mi accorgo di fermarmi involontariamente dinnanzi alle agenzie di pompe funebri e di andar dietro a tutti i funerali che incontro, e specialmente ogni volta che il malumore si fa tanto forte in me che mi occorre un robusto principio morale per impedirmi di scendere risoluto in strada a gettare metodicamente per terra il cappello alla gente, allora decido che è tempo di mettermi in viaggio al più presto ". (Hermann Melville)

Tutti attraversiamo brutti periodi, a tutti capitano cose spiacevoli e tutti reagiamo in maniera diversa.
C'è chi, per non pensare, si butta a capofitto nel lavoro, chi non vuole vedere nessuno, chi ha bisogno di sfogarsi con qualcuno ogni 5 minuti, chi si mette a pregare, chi va in terapia, chi prende antidepressivi oppure chi, come me, prende il primo aereo in partenza.
Per questa mia tendenza, qualche volta sono stata accusa di "fuggire" dai miei problemi.
In realtà, per me, più che di una fuga, si tratta di prendere le distanze dal problema.
Allontanandomi fisicamente mi costringo a staccarmi dal quotidiano ed evitare, per il periodo del viaggio, di vivere nella situazione che mi fa star male. Il che mi consente di recuperare energie, di distrarmi, di "scambiare" la condizione spiacevole con una piacevole.
Questo ha comportato che le più grandi crisi che ho attraversato sono state accompagnate da un viaggio e che, una volta superato il momento doloroso, quello che è rimasto è il ricordo dell'esperienza positiva vissuta durante la vacanza.
Per esempio, io associo alla mia separazione il viaggio o "fuga" in Florida.
Meno di 2 settimane dopo la separazione io, le bambine e mia sorella (anche lei "in fuga") eravamo su un aereo diretto negli Stati Uniti.
Il tutto è stato organizzato, a tempo di record, con l'aiuto di un agente di viaggio (ormai praticamente un amico) abituato a queste nostre decisioni last second. Anche i passaporti delle bambine, obbligatori per l'ingresso negli USA, ci sono stati miracolosamente consegnati la notte prima della partenza.
Breve parentesi sui passaporti per bambini: per l'ingresso in alcuni stati è obbligatorio che ogni minore sia in possesso di un passaporto individuale e, fino a pochi anni fa, anche ai minori veniva rilasciato un documento con validità decennale. Ora la disciplina è cambiata, ad esempio non è più possibile l'iscrizione del minore nel documento del genitore, ed anche la validità del passaporto è rapportata, a ragione, all'età che il minore ha al momento del rilascio. Perciò se il minore ha tra 0 e 3 anni il passaporto avrà validità triennale, se ha tra 3 e 18 anni la validità è quinquennale (per ulteriori informazioni si può visitare il sito della Polizia di Stato http://poliziadistato.it/articolo/191/).
Quando noi abbiamo fatto fare i passaporti le bambine avevano 6 anni, una, e 5 mesi, l'altra, e non era ancora in vigore la nuova disciplina, ciò significa che la mia piccola viaggia ancora col passaporto in cui c'è la foto di una pupetta senza denti e capelli alta 65cm! Ovviamente nessuna corrispondenza con la bambina di oggi.
La nostra vacanza-fuga prevedeva una visita di pochi giorni ad Orlando, in modo da portare le bimbe a Disney World, e poi una settimana a Key West per rilassarci al sole (una sorta di terapia naturale, si sa, infatti, che la luce del sole ha effetti benefici sull'umore, riduce lo stress con conseguenze positive sul fisico, aumentando le difese immunitarie, l'appetito e via discorrendo..un vero toccasana!) a dispetto del gelo di gennaio che lasciavamo a casa.
In molti hanno pensato che fossi una pazza a partire con una bambina di soli 5 mesi, che ancora allattavo, in fase di svezzamento controllato, visto che dal primo mese aveva manifestato un'intolleranza ai latticini, e per di più per affrontare un viaggetto di almeno 16 ore di cui circa 10 di volo.
Ma io ho sempre creduto che i bambini possano andare dappertutto, a tutte le età. La vera difficoltà non è del bambino ma dell'adulto che se ne deve occupare, evitare di stancarsi troppo è fondamentale per non trasformare la vacanza in una prova di sopravvivenza.
Tutto è stato studiato perchè avessi anch'io modo di riposarmi durante i voli. Il nostro caro amico ci aveva prenotato una culletta e quindi riservato i tre sedili centrali e frontali, in cui avevamo abbastanza spazio per tutte le cose per le bambine e per allungare le gambe.
La mia piccolina si è fatta così un sonnellino di 8 ore mentre la sorella si dedicava alla musica e ai film!



Orlando è una delle principali città della Florida, nota soprattutto per le attrazioni della zona da Walt Disney World a Seaworld all'Universal Orlando Resort.
Noi ci siamo dedicate solo alla visita di Walt Disney World, o meglio di una sua minuscola parte.
Walt Disney World comprende ben 4 parchi a tema e 2 parchi acquatici, è a dir poco gigantesco, basti pensare che per spostarsi da un parco all'altro bisogna usare i treni! Noi siamo state solo a Magic Kingdom ed Epcot, ovviamente in giornate diverse, e non abbiamo neanche visto tutto. Il primo parco è quello dedicato alle favole classiche, col castello di Cenerentola, le parate etc mentre il secondo è dedicato alle innovazioni tecnologiche, culture e cucine di 11 paesi, molto bello e particolare.

 

 

 

 

Come Disneyland Parìs anche qui, anzi ancor di più visto il clima ed il bacino d'utenza, è strapieno di gente, i bambini se ne vanno in giro mascherati dal loro personaggio preferito ed è pieno di negozi di souvenir di tutti i generi. Così questa volta ce ne andavamo in giro con la bambina vestita da Bella Addormentata e abbiamo fatto scorta di altre tazze, matite, penne, portachiavi,etc etc, forse peggio che la volta precedente dal momento che mia sorella è una vera fanatica!


Ingresso negozio Lego, sono tutti fatti coi Lego!
Rispetto a Parigi qui è stato più facile fare gli incontri con i vari personaggi, per la felicità di mia figlia!

 

 

 

Purtroppo spesso pioveva e dovevamo aspettare che smettesse per continuare la visita o salire sulle giostre e ci siamo dovute comprare i "poncho" impermeabili, da cui mia sorella non si staccava mai!



Nonostante la bimbetta dunque, non abbiamo avuto nessun problema nè con le attrazioni (in quelle in cui lei non poteva salire si facevano i turni) nè con il tempo (lei riposava tranquilla nel suo passeggino per cui potevamo restare anche per gli spettacoli serali).

martedì 17 luglio 2012

Polinesia Francese e Tahiti Pearl Regatta



A maggio sono stata in Polinesia per partecipare alla Tahiti Pearl Regatta.
Non so quanti sappiano cosa sia la TPR e dove esattamente sia la Polinesia.
Fino a qualche mese fa io stessa non avevo mai sentito parlare della TPR e non immaginavo certo che l'avrei vissuta come membro di un equipaggio e che sarei stata sulla barca che addirittura l'ha vinta!
Per me che non sono una velista nè sono mai stata un'appassionata di vela o di altri sport acquatici la Polinesia era sinonimo di "viaggio di nozze", un posto per coppie in luna di miele, nient'altro che mare, sole e bungalows.
In effetti è così, una parte dei turisti sono coppie in viaggio di nozze mentre l'altra è composta da velisti (o amanti della barca in genere) surfisti e sub.
Per noi italiani andare in Polinesia significa attraversare il mondo per arrivare esattamente dalla parte opposta. Si tratta di un viaggio di circa 30 ore (tra voli e scali) e di 12 ore di fuso orario, in sostanza sei dall'altra parte del mondo, nell'emisfero opposto e con la giornata invertita, cioè quando qui è giorno là è notte. Diciamo che bisogna essere motivati e preparati a 4 giorni di viaggio tra andata e ritorno. Per quanto mi riguarda, ne vale assolutamente la pena!






La TPR è forse la più famosa regata del sud pacifico e si svolge normalmente tra alcune delle Isole della Società. Quest'anno il percorso prevedeva Raiatea-Bora Bora-Taha'a.... parecchio esotico no?



La regata era aperta a tre categorie: monoscafi, multiscafi e tutti gli altri.
Partiamo dal presupposto che io sono partita senza sapere un accidenti di barche, vele o quant'altro. Mi ero ripromessa di studiacchiare qualcosa per non fare la figura della completa imbecille ma, considerato che ho avuto i biglietti il venerdì sera e sono partita il sabato, è stato già tanto che ho fatto i bagagli. O meglio il bagaglio. Sono stata bravissima, mi era stato detto che non avrei potuto portare molta roba a bordo, per ovvie ragioni di spazio e di peso, così ho preparato una sola sacca morbida da meno di 10kg e sono riuscita a farci stare pure più cose di quelle che alla fine ho utilizzato..sono fiera di me! Lo sono stati anche i miei compagni di viaggio, colpiti dalle dimensioni del bagaglio e da tutto quello che sono riuscita a tirarne fuori, compreso un vestitino tutte frange e paillettes per il party a tema "Stars and Paillettes" a Bora Bora!!
In effetti non mi sono preparata sull'argomento barca, vele, corde, manovre etc etc ma ero preparatissima sull'argomento feste. In programma ce n'erano tante, a tema e non, in location fantastiche, ovviamente, di cui però non ho "prove fotografiche" troppo presa a seguire spettacoli, danze, cibo, bevande e conoscere gente con storie di vita tra le più incredibili che mi sia capitato di ascoltare..mi sembrava di essere in "Lilo e Stitch"!
La nostra barca "Spirit" era un trimarano (unico in gara) che, per chi come me non ne capisce nulla, è una barca molto veloce perchè leggera ed equipaggiata praticamente di nulla (basti dire che non c'è neanche il bagno..) ragion per cui abbiamo vinto come "Tempo reale", ossia siamo arrivati sempre primi alle varie tappe, lasciando gli altri indietro anche di ore!!!
SPIRIT

IL NOSTRO TROFEO

Il nostro equipaggio sembrava uscito da una delle più classiche barzellette, c'erano un australiano, un neozelandese, un'italiana e due francesi, infatti abbiamo anche vinto come barca più 'cosmopolita'.
Appena mi sono resa conto che era tutta "gente di mare" esperta e professionale mi sono pentita di non essermi comprata un libretto sulle barche da leggere durante le lunghe ore di volo. Per fortuna, visto che la lingua ufficiale in barca era l'inglese si poteva dar la colpa dell'inettitudine alla difficoltà di comunicazione dei termini tecnici. Invece se pure in italiano mi avessero parlato di fiocchi, rande o chissachè avrei girato senza meta alla ricerca di chi sa solo cosa!!
Il bello di avere a che fare con chi sa cosa sta facendo e che adora quello che fa è che lo vuole fare lui, così il grosso del lavoro l'hanno fatto gli uomini e noi donne abbiamo dato il nostro contributo quando richiesto e nei limiti delle nostre possibilità fisiche, anche perchè non c'era niente di meccanizzato, si faceva tutto con la forza bruta..chi ce l'aveva..


molto più adatto alle nostre capacità era il lato "ricreativo", così c'era chi si dedicava alla preparazione dei cocktails..

 e chi effettivamente lavorava...

ma la parte migliore arrivava la sera, alla fine della gara, quando si conoscevano i 'concorrenti', si faceva il bagno e si chiacchierava tutti insieme..indimenticabile..


Il primo da destra è Pierre Cossò del Tempo delle Mele

Ed ora qualche immagine della regata.







Se qualcuno fosse interessato a vedere le foto fatte dal fotografo ufficiale della TPR, che sono meravigliose, questo è il link http://www.tjhawaii.com/gallery/TPR2012/TPR2012main.html

venerdì 13 luglio 2012

Viaggiare da sole (senza figli)

Riprendo il blog dopo oltre due mesi...il tempo vola!!..e per prima cosa vorrei affrontare lo scottante argomento del "viaggiare da sole", senza figli intendo, dato che è una delle cose che ho fatto nei due mesi passati.
Non è stata la prima volta che partivo da sola ma è stata la prima volta che sono stata via per più di dieci giorni. Per la prima volta dalla nascita delle bambine ho passato ben 20 giorni senza vederle. E non era un 'viaggio d'affari' (che pare sia la sola giustificazione valida per un periodo d'assenza).
Anche a rischio di sembrare una madre snaturata devo dire che non ho sofferto.
Certo le mie figlie mi sono mancate, ho pensato a loro tutti i giorni, ci siamo sentite quasi tutti i giorni, ma mi sono goduta ogni momento del tempo passato lontano da casa, mi sono rilassata, mi sono divertita, mi sono rigenerata, senza provare alcun senso di colpa.
Lo dico perchè non mancano mai le persone che fanno di tutto per farti sentire in colpa anche quando sembra che ti stiano supportando, tipo quando ti dicono:"Fai benissimo a cogliere quest'occasione, chissà se ti capiterebbe di nuovo, certo è un sacco di tempo, speriamo le bambine non ne risentano troppo.." se non ti dicono direttamente: "eh tu a divertirti e le bambine poverine rimangono qui..". E non c'è neanche bisogno di allontanarsi troppo da casa o per troppo tempo perchè si facciano queste osservazioni.
Mi ricordo che subito dopo la fine della mia relazione col padre delle bambine nei giorni in cui loro stavano con lui io normalmente stavo in casa, non uscivo quasi mai e quasi nessuno mi spronava a farlo. Quando invece ho iniziato ad uscire con gli amici, al contrario, ricevevo solo battute di disapprovazione "sempre in giro, vero?" oppure "non hai le bambine oggi?così ti puoi divertire eh?".
Persino quando si è in coppia se decidi di dedicare del tempo a te stessa, lasciando i figli col padre, puoi star sicura che non mancherà chi sottolineerà il fatto che non sei a casa a prenderti cura della famiglia.
Mi pare che sia opinione diffusa che una volta che diventi mamma solo quello sia il tuo ruolo nella vita. Tu non esisti più come persona se non come madre. Di conseguenza, risulta quasi "riprovevole" il desiderio di trascorrere del tempo da sola perchè si da per scontato che tu voglia e debba stare con i tuoi figli ogni momento in cui loro non siano impegnati con la scuola o altre attività.
Bè, io non sono d'accordo.
Sicuramente il ruolo di madre è quello preponderante nella mia vita. Ma, come la maggior parte di noi, sono o sono stata anche figlia, sorella, amica, zia, cugina, nipote, collega, compagna, nuora, cognata, fidanzata, amante, etc etc.
Il fatto di rivestire tutti questi ruoli non fa di me solo una loro sintesi.
Ho sogni, desideri, idee, bisogni che prescindono dai vari ruoli che di volta in volta rivesto, perchè IO esisterei anche se non facessi più la madre, la figlia, l'amica, la sorella etc etc.
Ad essere sincera non è da tanto che sono arrivata a questa consapevolezza.
Per anni sono stata divorata dai sensi di colpa nell'assurda convinzione che non avessi il diritto di prendermi cura di me perchè dovevo solo prendermi cura di altri.
Una follia!!!
Ho imparato che non privo mie figlie, i miei familiari, i miei amici o il mio compagno del mio amore, della mia attenzione, delle mie premure se non passo ogni momento con loro.
Ho imparato che DEVO prendermi cura di me per essere in grado di prendermi cura di altri con serenità e gioia.
Ho imparato che BISOGNA coltivare le proprie PASSIONI per riuscire ad affrontare i propri impegni con più energia, con più facilità, con più entusiasmo.
E dato che per me "viaggiare" è una passione ma anche un modo per prendermi cura di me, un modo per recuperare energie, un modo per mettermi alla prova, un modo per apprendere qualcosa di nuovo su di me, è qualcosa a cui non posso rinunciare e che posso fare anche da sola felicemente.