martedì 17 luglio 2012

Polinesia Francese e Tahiti Pearl Regatta



A maggio sono stata in Polinesia per partecipare alla Tahiti Pearl Regatta.
Non so quanti sappiano cosa sia la TPR e dove esattamente sia la Polinesia.
Fino a qualche mese fa io stessa non avevo mai sentito parlare della TPR e non immaginavo certo che l'avrei vissuta come membro di un equipaggio e che sarei stata sulla barca che addirittura l'ha vinta!
Per me che non sono una velista nè sono mai stata un'appassionata di vela o di altri sport acquatici la Polinesia era sinonimo di "viaggio di nozze", un posto per coppie in luna di miele, nient'altro che mare, sole e bungalows.
In effetti è così, una parte dei turisti sono coppie in viaggio di nozze mentre l'altra è composta da velisti (o amanti della barca in genere) surfisti e sub.
Per noi italiani andare in Polinesia significa attraversare il mondo per arrivare esattamente dalla parte opposta. Si tratta di un viaggio di circa 30 ore (tra voli e scali) e di 12 ore di fuso orario, in sostanza sei dall'altra parte del mondo, nell'emisfero opposto e con la giornata invertita, cioè quando qui è giorno là è notte. Diciamo che bisogna essere motivati e preparati a 4 giorni di viaggio tra andata e ritorno. Per quanto mi riguarda, ne vale assolutamente la pena!






La TPR è forse la più famosa regata del sud pacifico e si svolge normalmente tra alcune delle Isole della Società. Quest'anno il percorso prevedeva Raiatea-Bora Bora-Taha'a.... parecchio esotico no?



La regata era aperta a tre categorie: monoscafi, multiscafi e tutti gli altri.
Partiamo dal presupposto che io sono partita senza sapere un accidenti di barche, vele o quant'altro. Mi ero ripromessa di studiacchiare qualcosa per non fare la figura della completa imbecille ma, considerato che ho avuto i biglietti il venerdì sera e sono partita il sabato, è stato già tanto che ho fatto i bagagli. O meglio il bagaglio. Sono stata bravissima, mi era stato detto che non avrei potuto portare molta roba a bordo, per ovvie ragioni di spazio e di peso, così ho preparato una sola sacca morbida da meno di 10kg e sono riuscita a farci stare pure più cose di quelle che alla fine ho utilizzato..sono fiera di me! Lo sono stati anche i miei compagni di viaggio, colpiti dalle dimensioni del bagaglio e da tutto quello che sono riuscita a tirarne fuori, compreso un vestitino tutte frange e paillettes per il party a tema "Stars and Paillettes" a Bora Bora!!
In effetti non mi sono preparata sull'argomento barca, vele, corde, manovre etc etc ma ero preparatissima sull'argomento feste. In programma ce n'erano tante, a tema e non, in location fantastiche, ovviamente, di cui però non ho "prove fotografiche" troppo presa a seguire spettacoli, danze, cibo, bevande e conoscere gente con storie di vita tra le più incredibili che mi sia capitato di ascoltare..mi sembrava di essere in "Lilo e Stitch"!
La nostra barca "Spirit" era un trimarano (unico in gara) che, per chi come me non ne capisce nulla, è una barca molto veloce perchè leggera ed equipaggiata praticamente di nulla (basti dire che non c'è neanche il bagno..) ragion per cui abbiamo vinto come "Tempo reale", ossia siamo arrivati sempre primi alle varie tappe, lasciando gli altri indietro anche di ore!!!
SPIRIT

IL NOSTRO TROFEO

Il nostro equipaggio sembrava uscito da una delle più classiche barzellette, c'erano un australiano, un neozelandese, un'italiana e due francesi, infatti abbiamo anche vinto come barca più 'cosmopolita'.
Appena mi sono resa conto che era tutta "gente di mare" esperta e professionale mi sono pentita di non essermi comprata un libretto sulle barche da leggere durante le lunghe ore di volo. Per fortuna, visto che la lingua ufficiale in barca era l'inglese si poteva dar la colpa dell'inettitudine alla difficoltà di comunicazione dei termini tecnici. Invece se pure in italiano mi avessero parlato di fiocchi, rande o chissachè avrei girato senza meta alla ricerca di chi sa solo cosa!!
Il bello di avere a che fare con chi sa cosa sta facendo e che adora quello che fa è che lo vuole fare lui, così il grosso del lavoro l'hanno fatto gli uomini e noi donne abbiamo dato il nostro contributo quando richiesto e nei limiti delle nostre possibilità fisiche, anche perchè non c'era niente di meccanizzato, si faceva tutto con la forza bruta..chi ce l'aveva..


molto più adatto alle nostre capacità era il lato "ricreativo", così c'era chi si dedicava alla preparazione dei cocktails..

 e chi effettivamente lavorava...

ma la parte migliore arrivava la sera, alla fine della gara, quando si conoscevano i 'concorrenti', si faceva il bagno e si chiacchierava tutti insieme..indimenticabile..


Il primo da destra è Pierre Cossò del Tempo delle Mele

Ed ora qualche immagine della regata.







Se qualcuno fosse interessato a vedere le foto fatte dal fotografo ufficiale della TPR, che sono meravigliose, questo è il link http://www.tjhawaii.com/gallery/TPR2012/TPR2012main.html



Finita l'avventura "regata" abbiamo lasciato Raiatea diretti a Tahiti passando per Huahine e Moorea, soste che sono lieta abbiamo fatto, non solo perchè sono delle isole molto belle ma soprattutto perchè, per arrivare a Tahiti, ci volevano circa 15 ore di navigazione e noi non avevamo bagno a bordo, certo per gli uomini è più facile ma per noi donne adattarsi è un pò più complicato.
Spostarsi spesso tra le isole in Polinesia è assolutamente normale, anche perchè sono molto piccole e quindi si può vivere a Taha'a e lavorare o andare a scuola a Raiatea, perciò ci si sposta in barca o in aereo. Praticamente lì si ha la barca così come qui si ha la macchina e anzichè il posto auto si ha il posto barca.


Non parliamo delle dimensioni degli aeroporti..

La capanna al centro è l'aeroporto di Raiatea..e la maggior parte della gente se ne va da lì direttamente in barca..quando si dice diversi stili di vita..
Vogliamo parlare delle case o della loro vista? Non so voi ma io quando guardo fuori dalla mia finestra vedo solo altre finestre, nel migliore dei casi terrazze invece loro..





Io sono sarda, abituata ad un mare dai colori spettacolari ed anche molto limpido, veramente uno dei più belli del mondo. Sono stata sul Mar Rosso, ai Caraibi nell'Oceano Indiano, visto le varie barriere coralline etc ma ho sempre preferito il mare di casa mia. Questa volta, devo dire che sono stata sorpresa di trovare un mare non solo dai colori spettacolari come i nostri ma di una limpidezza strabiliante. Tanto che sono riuscita a fare delle foto dei pesci e dei coralli persino con la mia macchinetta fotografica e da un pontile!!



Ripreso il largo, dopo qualche ora di navigazione siamo arrivati a Huahine.


Huahine mi è sembrata la classica meta turistica, soprattutto per i residenti delle altre isole. Lì abbiamo anche trovato il market più grande e fornito di tutta la vacanza, esclusa Papeete, che non fa testo trattandosi di vera e propria città. In realtà i centri abitati delle isole sono molto piccoli, il tutto si riduce di solito ad una via principale e poche altre intorno...



qualche negozietto e pochi locali che non siano all'interno di qualche hotel o residence o altra struttura ricettiva..



Fatto rifornimento di cibo e bevande siamo andati a letto presto perchè ci aspettava una traversata di 10 ore, il che significava partenza alle 6:00.
Il viaggio è stato assolutamente tranquillo, il vento ci ha dato una piccola mano e siamo arrivati a toccare e superare i 15 nodi! Prima del tramonto eravamo a Moorea.


A Moorea abbiamo cenato nel ristorante di un hotel gestito da un italiano, che aveva quindi nel menù, oltre la pizza, altre specialità italiane. Abbiamo "azzardato" una pizza che, francamente, non era un granchè, in compenso la musica non era male ed il musicista era uno di quelli con una storia personale che meriterebbe un intero libro!


La cosa per me nuova, non avendo mai fatto un viaggio in barca, era quella di "approdare" nei posti. Mi faceva un pò strano all'inizio il fatto di cercare un molo, un pontile o, appunto, "un approdo" qualunque, sia che si trattasse di andare a mangiare o a fare la spesa o qualsiasi altra cosa non si potesse fare in barca. Ad esempio, il ristorante italiano lo abbiamo scelto, dietro suggerimento di una coppia di americani in giro per il mondo con la loro barca a vela, proprio perchè aveva un pontile e c'era quindi accesso diretto dal mare ( prima di questo viaggio non immaginavo assolutamente che ci fosse così tanta gente che se ne sta a girare il mondo in barca e ancora mi chiedo, ma come cavolo fanno? saranno tutti ricchi? se no come campano?).
Ripartendo da Moorea abbiamo avuto un problema al motore, non ho ben capito se fosse di surriscaldamento o che, di fatto faceva un rumore terribile, per cui sistemato il motore alla "speriamo che si riprenda dopo un pò di riposo" si è deciso di issare le vele e farsi trasportare dal vento..per fortuna eravamo solo a poche miglia da Tahiti.
Tahiti è l'isola più grande e popolata della Polinesia francese e l'unica con un aeroporto internazionale, che è più piccolo di quello di Alghero o quasi! Papeete è la capitale ed è l'unica città degna di questo nome. Già da un primo sguardo alle case presenti sull'isola ed alle barche ormeggiate intorno si capisce che si tratta del centro economico, culturale e politico.



Ero già stata a Papeete al mio arrivo a Tahiti.
Il sabato mattina, prima della partenza, avevo prenotato su booking.com un hotel dato che l'aereo sarebbe atterrato a Faa'a alle 22 e non avevo nessuna intenzione, dopo  32 ore di viaggio, di prendere un altro aereo per andare a Raiatea e buttarmi su una barca senza bagno e senza letti e con persone che non conoscevo. Ero certa che avrei avuto necessità di una doccia, una notte di riposo in un letto e di una mezza giornata per abituarmi al cambio di fuso orario.
Per fortuna le indicazioni fornite dal sito erano assolutamente corrette. L'hotel si trovava proprio di fronte all'aeroporto, quindi sono andata tranquillamente a piedi, la stanza era ampia, pulita e carina e la connessione wi-fi e la colazione erano comprese nel prezzo (incredibilmente basso per gli standard del posto!), in più c'era anche la fermata del bus per arrivare in città.

Foto fatta all'uscita dall'aeroporto
Per gli spostamenti ho quasi sempre utilizzato i mezzi pubblici, cioè il bus, come la gente del posto. Le persone sono tutte molto gentili e disponibili, figuratevi che un paio di volte che mi è capitato di chiedere informazioni sulle fermate del bus e sul costo del biglietto le persone a cui ho chiesto l'informazione si sono offerte di pagarmi il biglietto!
Una particolarità delle donne è che quasi tutte portano un fiore (vero o finto) all'orecchio. Poi mi hanno spiegato che non è solo un vezzo, ma indica anche il loro status, ossia se portano il fiore sulla sinistra sono impegnate sentimentalmente mentre se lo portano a destra sono libere, insomma un metodo rapido per capire chi è disponibile!
Altre peculiarità sono i tatuaggi, che fanno parte della loro cultura e tradizione e hanno disegni inconfondibili; il peso, moltissimi tahitiani sono sovrappeso; e la fisionomia un pò ambigua, cioè in alcuni casi non si capisce se hai di fronte un uomo o una donna, le donne infatti sono o molto belle o molto mascoline e gli uomini sono spesso molto effeminati. Mi hanno detto, ma non ho conferme, che, quando in una famiglia nascono solo maschi, uno viene cresciuto come una donna. Comunque, resta il fatto che sono tutti molto gentili.
Papeete si gira tranquillamente a piedi. In centro e sul lungomare si trovano tanti bar, ristoranti e negozi ed il famoso mercato con frutta, prodotti tipici, parei, perle e souvenir, ma anche un localino in cui fanno musica e pure un tatoo studio, insomma di tutto un pò.





Se Papeete si può visitare a piedi senza troppa fatica, l'isola di Tahiti si può visitare in macchina in poche ore. C'è un'unica strada principale che circumnaviga tutta l'isola e lungo il perimetro ci sono diversi posti interessanti da vedere, tra cui il Giardino Botanico di Gauguin e relativo museo, spiagge, cascate.
Tutti gli amanti del surf sanno che non si può andare a Tahiti senza passare per Teahupo'o, dove si creano onde di proporzioni paurose e dove in tanti sognano di cavalcare l'onda perfetta.


Io non sono stata fortunata, il giorno in cui siamo andati non c'era neanche un'ondina..ma va bè, il posto è bello comunque!




In compenso abbiamo assistito, in un altra parte dell'isola, alle prove di una gara di paddle surf.




Altra sosta meritata è quella a "Les trois cascades", un percorso nella vegetazione tropicale per vedere tre diverse cascate in cui non si potrebbe fare il bagno ma, dato che non c'era praticamente nessuno, abbiamo fatto uno strappo alla regola, anche perchè c'era veramente caldo!




Siccome non mi volevo far mancare nulla, sono andata anche a fare un'escursione sul monte Marau insieme ad alcuni francesi conosciuti durante la regata. La partenza era prevista alle 6:30 del mattino perchè dovevamo scalare fino ad oltre 800m, il che richiedeva almeno 3 ore per la salita ed altrettante per la discesa.
Quando si era parlato di "scalata" non credevo di doverli prendere alla lettera. Io non avevo altre scarpe oltre le infradito e mi sono fatta prestare un paio di scarpe da tennis ma dal fondo liscio, così ho rischiato di uccidermi in almeno un paio di occasioni. Gli altri, ovviamente, erano equipaggiati di tutto, scarpe da trekking, perfino bastoni da trekking!
In diversi tratti, inoltre, abbiamo dovuto attraversare corsi d'acqua ed io dovevo togliermi le scarpe, non mie, per evitare di rovinarle e via..altri rischi..senza contare l'invasione degli insetti, altro che corso di sopravvivenza!!!
La fatica è stata ripagata dalla vista dei monti Orohena e Diadème e da un bagno nel fiume ai piedi di alcune cascate..non male!




E così, con Tahiti, si è conclusa la mia visita nella fantastica Polinesia francese.
Per concludere vorrei dare alcune notizie utili a chi volesse fare un viaggio laggiù.
La lingua ufficiale, chiaramente, è il francese, in molti posti capiscono anche l'inglese ma non ovunque.
La moneta è il franco polinesiano, non sono accettate altre monete (si alle carte di credito) per cui bisogna cambiare gli euro ed è possibile farlo direttamente in aeroporto allo sportello automatico o anche prelevare con la propria carta di credito da qualsiasi bancomat.
E' tutto molto caro, dagli alimentari al vestiario, tutto, ma è comunque possibile riuscire a fare un pasto spendendo intorno ai 10-15€.
L'alloggio può essere molto caro, dipende da dove si vuol stare e dalle isole, su alcune praticamente ci sono solo hotel di categorie superiori molto molto cari!
I collegamenti tra le isole funzionano bene ma è meglio prenotarli in anticipo considerato quanto vengono utilizzati anche dai residenti.

MANAVA a tutti!!

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